Spostandoci nel casale chiamato “Merendi” vi è, in una cornice naturale molto caratteristica, il palazzo Curti. I primi documenti che parlano della famiglia Curti a Paterno si trovano nei registri delle famiglie nobiliari cosentine: si tratta infatti di Umile Curti di Paterno, Chierico di Roma (XVI secolo). Il palazzo cinquecentesco oggi è ancora di proprietà privata e purtroppo con l’incuria del tempo non è più agibile. si estende su un piccolo promontorio e rappresenta quello che era lo stile di vita nobiliare :nei piani inferiori vi erano le cucine, il forno a legna e alcune piccole stanze, nei piani superiori, invece, vi erano le stanze patronali.Il palazzo fu abitato fino agli anni sessanta del 900, il complesso esternamente si conserva ancora quasi intatto. Presenta su un portale di pietra, lo stemma di famiglia in bronzo e, in tutto il palazzo, molto caratteristico è l’uso della pietra locale. Esternamente si notano alcune mura in pietra che sono i resti dell’antica filanda. Questo palazzo, imponente nel complesso, ha da sempre affascinato non solo per la sua posizione geografica ma anche per la sua maestosità e la cura dei dettagli nei portali in pietra locale.
Lo stemma sul portone riconduce ad un passato dove le famiglie nobili gentilizie si erano instaurate nei casali cosentini. Da ammirare è la scala che conduce nei piani superiori: in pietra locale, anch’essa apre sul primo pianerottolo una finestra che la illuminava. La scala porta ad un piano superiore, oggi inagibile dove si apre un grande salone con più finestre, doveva essere il salone principale; un grande caminetto sovrasta l’angolo ancora annerito dal fumo prodotto dal camino. Le cucine sono collegate internamente ad un locale-deposito dove si trova un grande forno a legna, ancora oggi ammirabile nella sua grandezza.