Dai rami di ulivo nella Domenica delle palme alla visita ai Sepolcri
La Settimana Santa è un periodo ricco di cultura religiosa in cui si ricorda l’entrata di Cristo a Gerusalemme, l’ultima Cena, la Passione, morte e Resurrezione. Com’è noto la Domenica di Pasqua non è una data prefissata bensì mobile: questa infatti dipende dalla luna, viene fissata in base alla prima luna piena successiva all’equinozio di primavera del 21 marzo. La data della Pasqua per i cattolici oscilla quindi tra il 22 marzo e il 25 aprile. Ma come mai si benedicono palme, ramoscelli di ulivo e alloro? Il racconto dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme è presente in tutti e quattro i Vangeli, ma con alcune varianti: quelli di Matteo e Marco raccontano che la gente sventolava rami di alberi, o fronde prese dai campi, Luca non ne fa menzione mentre solo Giovanni parla di palme. L’ulivo rappresenta la pace e rientra nella simbologia cristiana: il ramoscello di ulivo infatti annuncia la fine del diluvio universale; Gesù fu ricevuto calorosamente dalla folla che agitava foglie di palma e ramoscelli d’ulivo. Nell’Orto degli Ulivi passò le ultime ore prima della Passione. Nel Savuto come in molti paesi del meridione è usanza comune “addobbare” la palma per i bambini con cioccolata, fiocchetti o comunque fiori che ricordano la rinascita in Cristo, la vita attraverso il Messia. La Domenica delle Palme poi, prima della Santa Messa, il Sacerdote benedice le palme, gli ulivi, l’alloro e in processione si va in chiesa: il popolo di Dio che va incontro a Gesù. Altra tradizione ancora viva è la preparazione dei “Sepolcri”, piattini con i germogli di grano da portare in Chiesa per allestire i Sepolcri del Giovedì Santo. È molto importante che i germogli siano chiari, di un colore giallino, quasi simile a quello del grano, dal quale si trae la farina e quindi l’ostia che simboleggia il corpo di Cristo. Le composizioni fatte con i germogli di grano sono molto particolari perché vanno fatte crescere al buio: in questo modo potranno nascere germogli dai colori più diversi, dal bianco al verdino. Per preparare i Sepolcri si parte dal primo venerdì di Quaresima con del cotone, semi di grano e semi di legumi: questi vengono posti in un piatto o contenitore e conservati in un luogo al buio cosicché il germoglio, non vedendo la luce del sole, non avvia il processo di fotosintesi e non assume la colorazione verde. Il Giovedì Santo i sepolcri vengono adornati con fiori, intrecciati a proprio gusto e portati in chiesa per allestire l’altare della Reposizione, un altare in cui, alla fine della funzione della messa vespertina, in cui si celebra la cena del Signore (in coena domini), viene conservata l’eucarestia. La liturgia, infatti, vuole che l’eucarestia del giovedì sia riposta in un altare diverso da quello abituale. Qui i cristiani meditano i misteri della passione e della morte di Gesù. Il Giovedì Santo le chiese che espongono i sepolcri restano aperte e, dopo la messa in cui il sacerdote procede alla lavanda dei piedi dei dodici chierichetti, rappresentanti gli apostoli, inizia il periodo di lutto; Tutto il resto della Chiesa viene oscurato, in segno di dolore perché è iniziata la Passione di Gesù; le campane tacciono, l’altare più grande è spoglio di ogni cosa, il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, i Crocifissi coperti. Da questo momento si osserverà il silenzio e le campane suoneranno a festa solo il giorno della Resurrezione. Le funzioni del Giovedì, del Venerdì e del Sabato sera sono molto partecipate nella Valle del Savuto. Il sabato sera nella notte in cui si ricorda la Resurrezione, si susseguono vari momenti come la benedizione del fuoco e dell’acqua. Momenti intensi di preghiera a cui si partecipa sin da bambini. Nonostante l’era della tecnologia, i ritmi lavorativi e i diversi impegni, le persone partecipano con molta devozione alle funzioni della Pasqua, una delle feste cristiane più importanti: Cristo viene crocefisso per noi e risorge nel terzo giorno.