I Merenda di Cosenza provenivano dal regio casale di Paterno; i loro rappresentanti furono prevalentemente uomini di legge: Angelo Merenda, dottore in legge, fu ascritto al patriziato di Cosenza nel 1621; Filippo († 1637), dottore in legge, sposò Apollonia Quattromani; Angelo, figlio di Filippo, sposò la nobildonna Clarice Stocco; Domenico, figlio di Angelo, fu avvocato in Napoli. Apollonio Merenda (n. a Paterno nel 1498 ca) un loro antenato, umanista, prese gli ordini sacri, fu segretario di Pietro Bembo uno dei massimi umanisti del Cinquecento soggiornando nella sua villa a Bozza di Curtarolo nel padovano; nel 1529 passò al seguito di Soranzo e si spostò da Padova a Venezia dove incontrò il suo conterraneo, l’umanista Antonio Telesio, con esso s’imbarcarono nel mese d’ottobre per Napoli. Dal 1530 fu segretario del vescovo di Bisignano Fabio Arcella (antica diocesi in provincia di Cosenza); nella seconda metà degli anni trenta iniziò a maturare l’idea religiosa verso il protestantesimo, frequentava Vermiglio, Juan de Valdés, Giulia Gonzaga, Mario Galeota ed altri. Nel 1539 fu nuovamente al servizio di Pietro Bembo a Roma il quale era stato creato cardinale; nel 1541 è al servizio del cardinale Reginald Pole e nello stesso tempo sempre più si avvicinava al mondo valdese rifiutando i sacramenti.
Nel 1545 è in Calabria per provvedere al sostentamento della famiglia di sua sorella; nel 1548 a seguito dei tumulti scoppiati a Napoli contro l’Inquisizione spagnola, il sant’Uffizio indirizzò le sue indagini presso il gruppo valdesiano frequentato da Apollonio; nel 1551 a Napoli fu arrestato e tradotto a Roma dove fu processato, il suo amico Girolamo Seripando scrisse ” Messer Apollonio dicono sarà bello, incrocicchiato con quella patienza gialla et croce rossa”; nel 1553 fu reso libero. Raggiunse Ginevra e nel 1557 dopo aver prestato giuramento ottenne la cittadinanza ed entrò a far parte della “sainte Réformation évangelique” della Repubblica di Ginevra.Si hanno sue notizie sino al 1567.
Fonte http://www.nobili-napoletani.it/Merenda.htm
Merenda, Apollonio (m. dopo 1566)
Il sacerdote e insegnante Apollonio Merenda, nato a Paterno Calabro, diventò nel 1540 segretario del Nunzio Apostolico del Regno di Napoli, Fabio Arcella, ex vescovo di Bisignano (1530-1537).
Seguace di Juan Valdés, dopo lo scioglimento dei circoli valdesiani, M. si rifugiò, insieme a Vittore Soranzo e Pietro Carnesecchi, nel 1541 a Viterbo nel circolo evangelico costituito da Reginald Pole (di cui M. divenne il cappellano), Alvise Priuli e Marcantonio Flaminio: M. ne fece parte attiva, garantendo i contatti del gruppo con la contessa Giulia Gonzaga.
Nel 1544 M. fu arrestato per la prima volta per aver letto libri proibiti e per aver espresso concetti riformatori, come la salvezza sola fide, il rifiuto della Messa e del purgatorio, il valore solo commemorativo dell’Eucaristia, quest’ultima dottrina tipicamente zwingliana.
Nel 1551 egli fu arrestato per la seconda volta e tradotto a Roma per essere processato. Fece abiura, ma fu costretto a portare l’infamante abitello degli eretici. Abbandonò in seguito Roma per rifugiarsi a Padova, dove, nel 1556-1557, fu impiegato come precettore dei figli della famiglia Bollani. Si recò poi a Venezia sempre come precettore, questa volta, per la famiglia dei nobili Vincenzo e Zuan Battista Contarini. Infine decise di riparare, con Giovanni Valentino Gentile, nel 1557 a Ginevra, dove il 4 ottobre giurò fedeltà alla Riforma. A Ginevra M. riprese il suo mestiere di precettore, venendo impiegato presso la famiglia della vedova di Francesco Micheli, ex gonfaloniere di Lucca, passato alla Riforma e fuggito a Ginevra nell’ottobre 1556. Nel settembre 1566 Gentile fu giustiziato mediante decapitazione a Berna e dagli atti del suo processo risulta che M. fosse ancora vivo e che esercitasse l’incarico di precettore, tuttavia si ignora quindi quando sia morto.
Fonte http://eresie.com/it/Merenda.htm