Situato nella zona più alta del paese, l’eremo di San Marco, è ancora oggi la prova dei primi insediamenti nella nascita di Paterno Calabro. L’eremo, infatti, fu costruito su un antico luogo di culto: i primi insediamenti risalgono all’epoca delle invasioni saracene: le famiglie più nobili si spostarono verso zone più collinari per difendersi dai nemici, nacquero così i casali cosentini. Negli anni ci fu, però, l’esigenza di spostarsi nella zona più a valle poiché la zona con un terreno roccioso non offriva risorse per il sostentamento e pare che proprio per questo motivo il paese si chiamò Paterno. Sembra che il nome venga dalla parola Patirno, cioè i patimenti che subirono i primi abitanti. Dell’eremo oggi, purtroppo, rimangono solo le mura esterne e, all’interno resti di affreschi e stucchi. Fra l’ottocento e gli inizi del ‘900 questo luogo era frequentato e, d’estate, i ragazzi salivano a fare la colonia: si fermavano con le suore poiché vi era la possibilità di dormire. Molto caratteristico è il doppio arco in pietra locale che si trova all’entrata principale: conserva ancora i colori settecenteschi, qui era venerata anche Santa Rita. Oggi, purtroppo, si sono perse le tracce della statua che veniva posta vicino l’altare nel mese di maggio. Dalle linee delle mura esterne si può notare quella che era la forma dell’antica struttura: una finestra poi chiusa successivamente e uno splendido arco in pietra locale che richiama i colori e le linee seicentesche, ancora oggi entrando in questo luogo vi è un senso di grandezza e stupore. Sulla sinistra vi era il cimitero: oggi rimane solo un fazzoletto di terra spianato che però ha raccolto, nel tempo storie e lacrime di uomini e donne. Questo luogo è stato di interesse anche per uno degli ultimi parroci che voleva creare un orfanotrofio dopo la seconda guerra mondiale, alla sua morte però nulla si fece e il luogo mano, mano iniziò ad essere abbandonato. Furono rubati i maestosi marmi che ne componevano gli altari e il pavimento, rimangono su un altare laterale le tracce di un affresco, opera del Grandinetti.