L’antica chiesa di Santa Barbara si trova a Paterno Calabro in località Merendi. Nacque nei primi anni del 1500, ma purtroppo tutti i documenti andarono persi e i primi dati risalgono alla seconda metà del 700. Oggi la chiesa è un rudere e l’amministrazione comunale sta cercando di creare all’interno un auditorium all’aperto. La chiesa presenta una navata centrale e due laterali. Il tetto è crollato completamente ma le mura esterne resistono nel tempo. Al suo interno, si possono ancora osservare i resti degli altari che rappresentano insieme agli stucchi un segno che la chiesa fu restaurata in stile barocco. Molto caratteristica è la finestra sopra la porta: presenta un lavoro di angeli in pietra locale, opera di scalpellini di Altilia.
Aperta al culto fino alla seconda metà del 900, la Chiesa di Santa Barbara, era centro di raccolta dove si riunivano fede e amicizia. All’interno si conservano archi e anche tracce dei colori che formano fiori e arte varia. Ci sono anche i resti di una bellissima colomba rappresentante lo Spirito Santo, opera lignea che sta resistendo al susseguirsi del tempo. Le memorie storiche ne accentuano la bellezza del tempo di questo luogo in un’occasione in particolare: nel periodo pasquale, qui venivano esposti i sepolcri fatti dalle donne e pare che fossero i più belli e che venissero visitati da tutto il paese. Sulla porta centrale, all’interno, vi era la corale, oggi purtroppo crollata: ne rimane infatti solo la scala con la piccola porticina. La torre del campanile conserva ancora quel fascino che rappresenta la maestosità del luogo: la campana è rimasta lì fino a poco tempo fa poi, ritenuta pericolante per la sicurezza dei cittadini, è stata asportata e collocata nel chiostro del Santuario di San Francesco di Paola. Vi sono incise sopra alcune date e memorie, oltre che la raffigurazione di Santa Barbara, la campana è opera di maestranze dipignanesi molto conosciute nel tempo. La statua di Santa Barbara dopo la chiusura della chiesa fu portata nella chiesa di tutti i Santi, dove fu rubata.